PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

lunedì 28 aprile 2014

Il piccolo segreto di Frazier


Lui era proprio un militante convinto.
Nell'America lontana dai millenari conflitti europei, dove la Costituzione garantisce libertà di pensiero e di associazione per tutti - nazisti, razzisti e negazionisti compresi - il protagonista della nostra storia di oggi ci ha sguazzato volentieri.

Lui, infatti, è un razzista convinto, tanto che finora non si è mai offeso quando veniva definito filo-nazista. 
Eccolo qui in una vecchia foto d'archivio in bianco/nero mentre, "in borghese", posava tutto serio con un manipolo di seguaci alle spalle.

E poi eccolo ancora mentre rilasciava, con aria piuttosto "marziale", una dichiarazione ai giornalisti: questa volta con barba e una più consona uniforme (para) militare. 
Sempre attorniato da fedeli, serissimi, tristissimi, seguaci.
Non so quando la passione per il lugubre aveva attecchito in lui.
So che però - da adulto - non l'ha mai nascosta.

Dagli archivi spunta anche una foto di lui che, da bravo leader, arringa i suoi seguaci durante una manifestazione, circondato da bandiere Confederate del Sud.
La bandiera di quegli Stati che - era il 1861 - dichiararono la Secessione dal Nord di Abramo Lincoln, che intendeva abolire la schiavitù della popolazione di origine africana.

Vagamente o meno, noi italiani conosciamo questo pezzo di Storia americana; e dunque non pochi di noi - al primo viaggio negli Usa - sono rimasti stupiti nel vedere spesso ostentato, sbandierato, accanto a quello "stelle e strisce", anche il vessillo della Confederazione, simbolo dell'allora esercito (sconfitto) del Sud.

Non sbaglio, credo, se affermo che negli Usa di oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, l'esposizione della croce stellata azzurra su sfondo rosso ha un significato più che altro di simpatico orgoglio "regionale".

Un po' meno simpatico è, invece, l'uso che ne fanno ancora oggi le organizzazioni americane filo-naziste e apertamente razziste.
Che, magari, si richiamano proprio al Ku Klux Klan, la famigerata organizzazione nata nel 1851 come Confraternita di ex militari del Sud Confederato sconfitto, responsabile in passato di linciaggi e omicidi ai danni della popolazione afro-americana, e che oggi è simbolo di varie piccole organizzazioni di carattere locale che hanno un unico comune donominatore: la convinzione della supremazia della "razza bianca". 

Frazier Glenn Miller jr. - quello delle foto di sopra - era uno di loro. 
Ex "berretto verde" in Vietnam, per la precisione era leader del "White Patriot Party", una micro-formazione che si richiama/va al KKK, appunto, e che - manco a dirlo - si dichiarava anche anticomunista e apertamente anti-semita.
Passano gli anni e Frazier Glenn chiede e ottiene il cambio del cognome: da Miller a Cross (Croce) proprio come il simbolo dei sudisti a lui tanto caro.
La polizia lo ha sempre tenuto d'occhio, lasciandolo un po' fare. 
Forse un po' troppo, come vedremo...

Perché la sua è stata una vita sempre oltre il limite: sostenitore del suprematismo bianco, del nazionalismo bianco, dell'anticomunismo, delle solite teorie cospirative antisemite, negazionista dell'Olocausto, seguace di religioni neo-pagane, mentre si candidava (inutilmente, perché non venne mai eletto) ad ogni carica pubblica possibile, fu via via condannato per violazione della legge sulle armi e per attività illegali paramilitari.

Per un certo periodo, anche, Miller/Cross se la diede a gambe, scomparendo nel nulla, e fu dichiarato ricercato dalla polizia.
Oh, sì, è vero: via via, 'sto qua si è anche fatto cinque anni di galera. 
Ma nonostante tutto la polizia non ha saputo (o voluto?) fermarlo quando era il caso.

Come quindici giorni fa, per esempio.
Quando fece irruzione - urlando "Heil Hitler" - in tre centri ebraici di Kansan City e chiedendo alle prime tre persone che aveva davanti se erano per caso di religione ebraica.

E ammazzandole tutte e tre quando queste hanno risposto di sì.



La storia è finita così, come vedete qui sopra.

Le nuove immagini ora ci mostrano un Frazier Cross (fu Miller) diverso.
Assai poco marziale, questa volta...
Eccolo in canottiera e manette, mentre, dopo essere stato beccato e circondato, viene arrestato e portato via dalla polizia. 

Poi, ancora, con un'espressione un po' delusa, un po' stupita, un po' disperata, nella successiva foto segnaletica.
Ho visto questa foto e mi sono soffermato a pensare cosa diavolo potesse pensare questo assassino e grandissimo stronzo in quel momento.
Delusione?
Rabbia?
Mmmh...

Forse intuiva quel che sarebbe successo di lì a poco.

Ma cosa avete capito! Non pensava certamente al fatto che sarebbe stato condannato - nella migliore delle ipotesi - ad un triplo ergastolo senza possibilità di uscita. 
No no...
Ma ad una pena peggiore, per uno come lui, suprematista bianco.
Forse temeva che...

Già, in quel momento, mentre il clic della macchina fotografica del carcere scattava, forse temeva che a questo punto sarebbe stato stato inevitabilmente reso il suo "piccolo" segreto.

Che sarebbe venuto fuori quello che aveva patteggiato alla fine degli anni '80 con la polizia.

L'accordo era che lui avrebbe fatto l'informatore per le attività della sua cellula del KKK (e già questo sarebbe stato sufficiente per i suoi accoliti a scorticarlo vivo se lo avessero saputo...).
Ma a patto che la Polizia stesse zitta.

E non rivelasse mai di quando lui venne pizzicato "in flagrante".

A far sesso in un'auto.
Con un travestito transessuale.
Afro-americano!

Non fraintendetemi, ma i suoi amici militanti - quelli che espressione lugubre si facevano fotografare dietro di lui - oggi mi fanno quasi pena.
Pensate come si debbono sentire sapendo che il loro grande leader - il loro comandante, il condottiero che li guidava sfidando il potere e urlando slogan indicibili con il megafono nel corso delle loro lugubri parate - pensate come si debbono sentire sapendo che il comandante Cross è stato beccato in una situazione del genere.
Mentre se la faceva con un transessuale afroamericano.

Ah sì: per correttezza giornalistica devo aggiungere che Frazier Cross (fu Miller) si giustificò dicendo che - no, ma cosa avete capito, avete frainteso, non è mica come sembra... - che in realtà era sua intenzione caricare di botte il travestito afro-americano.

Solo che quando la polizia lo beccò, lui era lascivamente sdraiato sul sedile posteriore dell'auto. 
E proprio in altre faccende affaccendato.

Il comandante Frazier Cross lo lasciamo così come si è mostrato in tribunale: senza lenti a contatto, con la barba lunga, la divisa arancione da detenuto, ammanettato e su una sedia a rotelle. 
Perfetto per cercar di far (almeno un po' di) pena sui giurati.



P.S.: Non vorrei essere frainteso: è inutile che io specifichi che a mio parere due adulti consenzienti sono liberi di fare quello che vogliono, vero?


© dario celli. Tutti i diritti sono riservati

1 commento:

  1. l'ho sentita la vicenda. davvero ipocrita e davvero poco onorevole per il suo credo esser stato beccato dalla polizia per esser andato con una prostituta trans

    ciao cristian

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