PERSONE CHE HANNO LETTO O CURIOSATO

sabato 29 marzo 2014

Buona notte!

Paragonerei la vicenda che voglio raccontarvi al giorno in cui, nel corso del mio primo viaggio americano, in un supermercato di non so più quale città cercavo un semplice sacchetto di patatine chips.

Una cosa semplice, appunto.
Pensavo...






Avete mai provato, in un supermercato americano, a cercare un pacchetto di patatine chips "normali"?
Praticamente introvabili, sembra trattarsi di una vera rarità da "intenditori".
Molto più facili da trovare, invece, quelle cotte senza olio, o moderatamente salate, o quelle al peperoncino, o all'aglio, o al bacon, o alla cipolla, o al formaggio, o all'aroma di carne barbecue, o agli inquietanti mix "sale-aceto", "cipolla-aglio" (raccomandato per un'alito fresco...) e "panna acida-cipolla". 
E tutte in confezioni, ovviamente, che a volte arrivano ad essere grandi come un bambino di due anni. 

La logica che guida il commercio (e non solo quello degli alimenti) in America è una sola: soddisfare ogni tipo di gusto...
(Reparto di cibo "Kosher" in un supermercato di Boca Raton, Palm Bieach, Florida)



... rispettado tradizioni alimentari (anche religiose) ma scovando anche nicchie di consumatori insoddisfatti e anticipare ogni tipo di tendenza.
E non solo per il commercio di alimenti.

Mi sono venute in mente queste cose quando ieri ho partecipato ad un piccolo dibattito sui letti americani.

L'antefatto è questo: un'amica di Facebook che l'anno scorso è stata baciata dalla fortuna vincendo la Green Card alla lotteria annuale, sta preparandosi - con marito, figli, grande entusiasmo e una discreta dose di coraggio, devo dire -  al grande passo: il trasferimento negli Stati Uniti.
Precisamente a Naples, in Florida, splendida cittadina nel golfo del Messico (che poi, forse è inutile dirlo, vuol dire Napoli).





Il dibattito è stato scatenato da una sua semplice domanda: "Cosa mi consigliate di portarmi dall'Italia? E che mobili?"
Un problema non secondario, visto che riempire un container di mobili che dovrà attraversare l'Atlantico è una spesa non certo di poco conto, e che magari (anche senza "magari"...) i mobili negli Usa sono decisamente meno costosi, anche se, forse, non hanno la qualità italiana.
Un problema complicato e di difficile soluzione se si confrontano due tesi contrapposte: quella italica del "mobilio (camera da letto, cucina, salotto) per "tutta la vita", o quella del "meglio comprare mobili più economici così da poterli cambiare magari ogni cinque anni" (quando, cioè, una donna mediamente si stufa: noi maschietti siamo più tontoloni e non ci badiamo molto...).

Ok portarsi in America piatti, posate, pentole, soprammobili: ma che fare di armadi e - e qui ci siamo - del letto?

Dovete sapere che, in generale, le case americane vengono vendute con l'intera cucina (su misura) già installata. Dunque il massimo problema di fronte al quale ci si può trovare, è il cambiare gli sportelli, se lo stile non è gradito. 














Anche il capitolo "armadi" nelle case americane è, in generale, presto risolto, visto che le abitazioni sono piene di provvidenziali e capienti armadi a muro (che, signora mia, sono tanto comodi!).
Il capitolo camera da letto appare più complicato, perché se da una parte spesso questa "appare" forse più piccola, non si tiene conto che spessissimo, quasi sempre, le camere da letto "padronali" sono dotate oltre che di bagno "autonomo", anche di "cabina armadio": spesso così grande che ci si può passeggiare dentro (tanto che si chiamano "walk-in-closet", che letteralmente vuol dire, più o meno "camminando al chiuso") in grado di contenere anche gli abiti dell'altra stagione.

Dunque, che fare?, si chiedeva l'amica Donatella: faccio smontare gli armadi italiani, li metto in un container, imbarco questo in una nave, lo faccio arrivare negli Usa per poi farlo  trasportare fino alla mia nuova casa? 
E se poi gli armadi sono troppo alti per gli standard delle case americane, le è stato fatto notare?
"Ok, va bene: cercherò di sapere quanto sono alti i soffitti", ha detto l'amica. "Ma almeno il materasso no! Il letto me lo porto!".

E (anche) in questo campo le cose si fanno complicate...
Perché affrontare il capitolo "letto negli Usa" aiuta molto a 
capire l'America (e l'Italia).

Come ben sappiamo, in Italia le cose sono assai semplici. 
A meno che non si opti per un materasso "su misura", generalmente i formati di questi, in Italia, sono tre (ok, fanno eccezione i letti Ikea, di formato leggermente differente).

Come sappiamo, in Italia, il letto singolo misura 80cm per 190cm.
Il letto da "una piazza e mezza" è grande 120cm per 190cm.
Quello matrimoniale (generalmente) 160 per 190 centimetri; anche se vi sono aziende italiane che producono in serie materassi 165 per 195 o 170 per 200.
(Ma con un costo maggiore...).
Insomma: ci accontentiamo.

Ma così come per le patatine chips citate all'inizio, negli Stati Uniti le cose in questo campo si fanno complicate...

Per letti e materassi, negli Stati Uniti, sono troppo semplici tre misure.
E giustamente, a mio parere.
E poi, non dimentichiamolo, agli americani piace stare comodi

La tabella che segue, spiega visivamente il complicato universo dell'american bed, del letto americano. 
E soprattutto evidenzia misure assai diverse da quelle italiane (con grande rischio per le italiche lenzuola del corredo, mi sa...).






















Riassumendo: negli Stati Uniti, il materasso singolo (quello più piccolo) misura "39 in" x"75 in": che corrisponde a 99 cm x 191 cm.
Che nelle camere da letto americane si presenta in coppia, con il nome "Twin bed", i famosi "letti gemelli", onnipresenti nei film americani degli anni '50 (quando la morale allora imperante negli Usa riteneva "sconveniente" far vedere che un uomo e una donna, seppur sposati, potessero dormire nello stesso letto...).

Il letto "Queen" (che si trova nella maggior parte delle camere d'albergo, soprattutto a New York) misura "60 in" x "80 in" (cioè 152 cm x 203), più grande della nostra "piazza e mezza" ma un po' più piccolo di quello matrimoniale, dunque.
(Ciao, Gio!)
In molti motel (come in questo da me fotografato), a volte, due per stanza. Per farci stare, in uno dei due, anche i figli.
Negli Usa esiste poi (ma è rara) la misura "Olimpic Queen", la più vicina a quella del nostro "matrimoniale: 66 in x 80 in, cioè 168 cm x 203.


Infine eccoci al mitico "King Size Bed"
Quasi una piazza d'Armi, roba da quattro cuscini, un letto (ehm...) "da capriole".
Perfetto per la coppia "oversize": 76 in x 80 in, che corrispondono quasi a due metri per due. 
Precisamente 193 cm di larghezza per 203 centimetri di lunghezza.
Del quale esiste la variante "California King": leggermente più stretto (183 cm) ma più lungo (213 cm), adatto, perciò, ai super alti. Versioni "extra long" (più lunghe) disponibili per tutti i letti e tutti i materassi.

Insomma: per chi si trasferisce negli Usa, sarà impossibile utilizzare le lenzuola italiane.
A meno che non si porti dietro il letto...

Il discorso si conclude con un altro delicato capitolo: quello sugli armadi. 
Negli Usa, come già accennato, le abitazioni sono piene di armadi "a muro" e quasi sempre, le camere da letto sono dotate - come si può vedere nella piantina qui sopra - della "walk-in-closet", la (mitica) cabina armadio.
Che, senza andare nel lusso più sfrenato, possono essere semplici come queste, per esempio:






















Va da sé che, generalmente, le camere da letto delle case (e degli appartamenti) americane siano più piccole di quelle italiane, visto che non debbono lasciare spazio per l'armadio.


Dunque (cara Donatella) è un bel problema.
Portarsi dall'Italia un container di mobili senza conoscere con esattezza le dimensioni della casa che si andrà ad abitare, può essere un rischio.

Assai più costoso del comprare (quasi) tutto una volta arrivati negli Usa.
La soluzione migliore, forse, è fare arrivare i mobili quando tutto è più certo.
Rassegnandosi al fatto che una vita nuova ci obbliga a lasciarci alle spalle un po' di vecchiume.

Ok, meglio dormirci su e decidere tutto con calma.
Buona notte, appunto...



© dario celli. Tutti i diritti sono riservati

13 commenti:

  1. Ehhh, la solita storia del chi ha denti ma non ha pane e chi invece ha il pane ma non ha i denti... :-) Io se davvero arrivassi a conquistarmi la possibilità di trasferirmi negli USA, partirei senza nemmeno gli abiti in valigia! A parte quelli per i primissimi giorni dopo l'arrivo, intendo... Figuriamoci i mobili. Sarà che vorrei costruirmi una vita al 99% americana, ciò che lascerei qui è nulla, o quasi. E questi articoli di Mr. Celli sono un supplizio, ma un dolce supplizio, oltreché una preziosa fonte d'informazioni per l'occorrenza... L'anno scorso mentre preparavo la mia vacanza in California (storia poi narrata su questo blog, http://goo.gl/DyUCyM ) trascurai di documentarmi anche sui letti e dunque impazzivo a capire cosa fossero quei King e Queen size ecc., e alla fine ricordo soltanto di aver dormito in letti sempre più grandi del singolo di casa mia ^_^ Anche se rimpiangevo che non avessero le reti rialzabili, ma negli USA i letti con reti rialzabili per la casa si vendono, spero, Mr. Celli? :-)

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    1. (Rialzabili??)
      Ti riferisci a quei letti che sotto hanno il cassettone-contenitore?
      Quei letti che dopo un po' cigolano perché gli stantuffi che fanno alzare il letto si usurano?


      d.

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    2. Ci sono per le camere dei bambini!

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    3. ma nooo, intendo le reti con lo schienale rialzabile per poter dormire non sdraiati in piano... Io ne ho una da 5 anni e non scricchiola più di una rete normale :)

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    4. Caro Enzo, sei stato negli Usa, no?
      Vicino ad una delle case dove ho abitato a New York c'era un negozio di materassi. E ce n'erano di tutti i tipi...
      Ti pare che non ci fossero quelli che si adattavano alla rete che si rialzava all'altezza della schiena e all'altezza delle gambe??

      d.

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  2. Quando abbiamo venduto la nostra casa in Italia fortuna ha voluto che i ragazzi che la compravano ci hanno detto di lasciare quello che non ci serviva a loro e cosi' abbiamo fatto Per cui i mobili sono rimasti la' Nonostante questo abbiamo fatte due cassoni completi di oggetti che mio marito voleva buttare ed io portare (siamo arrivati ad un compromesso) Morale della favole a distanza di due anni ho ancora alcuni scatoloni in garage perche'non so dove mettere certe cose La camera l'abbiamo comprata nuova con letto KING La prima sera ho riso fin o alle lacrime perché mio marito mi ha detto: se hai bisogno di qualcosa telefonami!!!!!! Morale della favole portatevi le cose piu'care e comprate tutto qua Non vale la pena spendere soldi per il trasporto di cose che qui si trovano facilmente Un grande Benvenuto a questa nuova famiglia di expat e grazie coome sempre a Dario per allietarci con le sue belle storie Salytoni da una California ballerina Framca

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  3. Noi ci siamo spediti solo due scatoloni di stoviglie e pentole, non perche' pensassimo che qui non li avessero e neppure per convenienza economica quanto per un fatto puramente affettivo! A noi piace molto cucinare e ritrovare nella nuova casa i piatti e le pentole solite ci ha fatto sentire a casa. Ah, e ci siamo portati dietro le lenzuola che la nonna mi aveva regalato come dote, essendo old style non avevano angoli e quindi andavano abbastanza bene anche per gli strani letti americani. Per il resto io non porterei nulla, qui i mobili costano cosi' poco e poi le stanze sono fatte e organizzate in modo troppo diverso.

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  4. Anche noi, lasciato tutti i mobili in Italia (e pure una buona parte dei vestiti ;-) ). Va detto che e' veirssimo che la qualita' dei mobili non e' come quella italiana, intendiamoci; neppure il prezzo pero', e se non hai frettissima, trovi sempre degli sconti: President's day sale, 4th of July sale eccetera!! Noi abbiamo speso circa 5000$ per camera nostra (letto king), salotto con divano a 3 e divano a 2 reclinabile, mobile per tv, credenza, 2 tavoli e 8 sedie (e vogliamo parlare di quanto costano le sedie?????????) perche' qui c'e' la formal dining e il nook. Pentole, piatti.... prendere tutto qua! Conviene, a meno che non ci sia qualcosa di particolarmente caro... ma siamo sicuri di voler rischiare che arrivi tipo puzzle? I piatti/bicchieri/tazzine piu' importanti che avevamo, regalo di parenti e amici carissimi, sono a casa di mia mamma e mi sa che resteranno la'! Concordo alla grande con Franca! Ah, il nostro walk-in closet e' praticamente una stanza! :-)
    Grazie, come sempre, Dario, per lo splendido articolo (bellissimo il punto di partenza delle patatine ;-) ).
    Un abbraccio da Reno!!!

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  5. Elisabetta Sanino D'Amanda: per esperienza di chi quel container da Genova l'ha mandato, portarsi tutto cio' che aiuta lo spirito - l'armadio di mia nonna Giovanna per esempio a dispetto dei walk in closet o la mezzaluna di mamma Elena

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  6. Eccoci qui... la famigliola baciata dalla fortuna e in procinto di trasferirsi in Florida. Sicuramente ieri ho fatto bene a postare questa domanda sulla mia pagina Facebook ... sono scaturiti un sacco di commenti, consigli e informazioni che mi sono servite molto. Questo post è la ciliegina sulla torta quindi... grazie ancora Dario. Noi ad esempio, essendo sempre andati in hotel non sapevamo che le case , anche quelle non arredate, avessero questi armadi a muro. Oddio, esteticamente non mi fanno impazzire ma trovarsi già un pezzo di arredamento non è malaccio. Restiamo convinti di portarci i nostri mega materassi ortopedici (anche se leggermente fuori misura) e la scorta di lenzuola italiane. Io sono orientata sulla casa già arredata sostituendo solo il nostro divano etnico con quello che troveremo la' e poi qualche altra cosa, mentre mio marito vorrebbe portarsi di piu'. Ma secondo me non ha senso smembrare le camere (armadi no, letti e scrivanie si?). Ci riserviamo la decisione finale dopo aver parlato con la ditta di mio marito che ci farà da tramite per il container. Abbiamo visto che con un 20 piedi già ci sta parecchia roba (scatoloni ne avremo proprio pochi) . Comunque vi ringrazio per aver raccontato le vostre esperienze che servono sempre molto. Ultimo punto... volevo dire a Enzocorsetti che quando non avevamo ancora i visti in mano dicevamo anche noi cose tipo "basta andare, possiamo dormire anche in spiaggia". Poi nei sei mesi che hai a disposizione per decidere la tua vita , dalle piccole alle grandi cose, ti rendi conto che tutto va ponderato con attenzione. Io poi sono una maniaca dell'organizzazione quindi divento pesante per tutto, ma non amo lasciare le cose al caso... specialmente avendo tre bambini. Loro magari portandosi un pezzo della loro cameretta potrebbero risentire meno del distacco.. insomma .. non voglio sbagliare :)

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  7. noi di mobili avevamo portato solo il letto appunto :-)
    ma e' proprio un bel letto, non solo per il valore affettivo (regalo importante ecc), ma anche perche' e' un letto particolare, tutto di legno, che una volta smontato occupava pochissimo...
    poi ovviamente si a vestiti, lenzuola e oggetti affettivi...
    ma potessi tornare indietro, tante cose che abbiamo portato non le riporterei (anche perche' c'e' stato un misunderstanding e alla fine abbiamo pagato piu' di quanto sarebbe costato ricomprare tutto)

    buon trasloco!

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  8. Se dovessi fare un altro trasloco, giuro che non mi porto più mobili, solo cose piccole, quindi se mai dovessi trasferirmi oltreoceano, mi porterei solo vestiti e poche cose affettive.
    Vita nuova, cose nuove.

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  9. Come materasso, in Italia, abbiamo tanto voluto un costosissimo Tempur (americano appunto :) ) ma aime', dovremo lasciarlo qui prima di capire come andranno le cose per noi... :)

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